
Title | : | Cesare: Il grande giocatore |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 8804429283 |
ISBN-10 | : | 9788804429289 |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 448 |
Publication | : | First published January 1, 1986 |
Cesare: Il grande giocatore Reviews
-
“Ognuno ha il suo Cesare. Questo apparente paradosso ha fatto nei secoli la fortuna di uno dei massimi protagonisti della storia e lo rende tuttora attuale, aperto alle più contrastanti interpretazioni. Cesare è un prisma: ogni faccia presenta una realtà diversa dalle altre. Con lui si ha il sospetto che nell'enigma risieda l'immortalità. La sua vita ci attrae col miraggio di scoprirne il segreto, mentre si ottiene un risultato più esaltante, quello di veder sorgere dalle pagine del passato un Cesare che è soltanto nostro, un Cesare come lo vede ciascuno di noi. Con lui si capisce, come non mai, perché la storia di riscriva e si rilegga in continuazione”.
Le grandi aspettative che avevo per questo libro si sono amaramente afflosciate ben prima di concluderne la lettura: 444 pagine che in certi punti ho fatto seriamente fatica a terminare, un po' per noia e un po' per irritazione. Spinosa non manca di rimarcare le mancanze e i difetti di Cesare, però diventa davvero pedante nello svilire tutti gli altri personaggi che hanno giocato un ruolo più o meno importante nella vita del nostro protagonista: palloni gonfiati, pusillanimi, ignoranti, voltagabbana, rancorosi, invidiosi, ingrati, incompetenti, e tanto altro ancora. Insomma, non se ne salva uno...peccato, perché alcuni di questi soggetti stanno simpatici tanto quanto Cesare (vedasi Pompeo e Cicerone).
Altra cosa che non mi è piaciuta è lo stile: la parte dedicata agli anni delle guerre in Gallia è stata davvero insostenibile, un susseguirsi di chi fa la guerra a chi e poco altro. Mi aspettavo un po' più di analisi e di approfondimento.
Da queste pagine, traspare un Cesare che è decisamente figlio del suo tempo: è stato accusato di aver ucciso la Repubblica, sorvolando sul fatto che la suddetta Repubblica si stava già trascinando in una lenta agonia, soffocata da corruzione, malgoverno, incompetenza. Alcune delle riforme proposte da Cesare, che riprendono le iniziative riformatrici dei fratelli Gracchi, avevano lo scopo di mettere un po' di ordine e giustizia a uno stato ormai al collasso. Ciò che gli è stato fatale è stato, da una parte, il volersi atteggiare a re (una forma di governo mal vista dai romani fin dai tempi della cacciata di Tarquinio il Superbo) e, dall'altra, di andare a intaccare i privilegi delle grandi famiglie patrizie – famiglie a cui appartenevano molti dei congiurati che, dietro i grandi proclami di libertà e giustizia, non volevano cedere il passo e rinunciare alle loro smanie di superiorità. Cesare ha giocato d'azzardo lungo tutta la sua carriera, a partire dallo scontro con Silla fino a certe spregiudicate iniziative militare per arrivare al fatale passaggio del Rubicone: tutti passi che l'hanno condotto a ricevere il titolo di dictator e imperator in forma perpetua, successi questi che si potrà godere per poco più di un mese quando la sua partita si concluderà tragicamente con la congiura delle Idi di Marzo (notare che tutti e tre i membri del primo triumvirato andranno incontro a una morte violenta). E nonostante tutto è riuscito a fare meglio del suo idolo: lui che adorava il mito di Alessandro Magno e voleva emularne le imprese, è riuscito a gettare le basi per l'impero che prenderà poi il via con il nipote Augusto e che durerà diversi secoli – a differenza del sovrano macedone, il cui regno si sfalderà subito dopo la sua prematura morte. D'altronde, non è un caso se tutti gli imperatori romani prenderanno il titolo di “Cesare”, o se diversi termini relativi a forme di comando (vedi kaiser e zar) prendono vita proprio da questo nome. -
"Sterile fu il gesto di Bruto. Poté ritardare il conseguimento di alcuni obiettivi di espansione territoriale che Cesare si era posto a distanza ravvicinata, come la conquista dell'Egitto poi attuata da Ottaviano, o poté annullare l'imminente spedizione contro i parti. Ma il grande obiettivo politico, l'opera di cui il dittatore aveva gettato le basi, l'impero che Ottaviano Augusto seppe costruire senza scrupoli e con avvedutezza passando attraverso il principato, lungi dal perire con il suo ideatore, gli sopravvisse per cinque secoli in Occidente e per millequattrocento anni in Oriente. [...] Sterile fu il gesto perché tutto incentrato sull'assassinio di un uomo, e privo di un programma politico che fosse capace non soltanto di abbattere il dittatore, ma anche la dittatura da lui instaurata."
Mi aspettavo di più da questa biografia. In alcuni punti mi è sembrato un susseguirsi di informazioni su chi ha mosso guerra, chi vince e chi perde (come il lungo pezzo sulle guerre contro i Galli), senza un minimo di approfondimento. Avrei potuto reperire le stesse informazioni andando su Wikipedia.
Inoltre ho sinceramente storto il naso leggendo i giudizi dell'autore su grandi personaggi dell'epoca: tutti idioti, senza un briciolo di coraggio o intelligenza. Bah, sono davvero perplessa.
Probabilmente in futuro cercherò altri libri sul tema, sperando di avere molta più fortuna. -
I recently finished a biography of Silla, and in my review I wrote:
"It seems odd to me that his reputation is by and large a pretty bad one, while someone like Julius Caesar, who wanted to remain dictator and ended up being stabbed to death, is so often revered."
Well, now I take it all back.
This isn't my first biography of Caesar (nor my second), but it is probably the best. While it is true that he was stabbed to death, he was able to conquer a much larger area than Silla ever was (in fact, arguably more than Alexander the Great, since it didn't all just disintegrate after his death like Alexander's) . He also went to Britain, Germany, conquered France and Spain, the near East, visited Troy, conquered Egypt, traveled down the Nile with Cleopatra, and then came back and ruled Rome (for a short amount of time anyway). He also managed to win every war he was in, including one against Pompeii, and he wrote many books in the meantime. So, all in all a pretty full life.
This book was excellent in delving into the politics and methods of his decisions and battles. For example, how he provoked Ariovistus's anger as an excuse to declare war on him (he couldn't just declare war without good reason). The story about his kidnapping by pirates in his younger years is always excellent.
If you wish to read a biography of Caesar, this is the best one I've come across. Unfortunately I don't think it is available in Italian (hint hint, I'm available to translate it, Mondadori!)
Some interesting notes:
Caesar was granted the powers to establish a new city of 5,000 people at the foot of the Alps he called Novum Comum (Como). p. 134
The name Caesar was given to his ancestor who fought in the Punic wars (against Hannibal), because he apparently struck down an elephant, and Caesar meant elephant in the Punic language. -
Cesare: Il grande giocatore is a biography of one of the most significant figures in the history of ancient Romans: Julius Caesar. In the begging Caesar was a victorious general who led some most important legions of the military of Rome during the Gallic Wars. He then became dictator of Rome after defeating in a violent civil war his rival Pompey. Caesar's dictatorship ended with his assassination by some members of the senate led by senator Bruto.
This biography is short but incisive - compared to other biographies that are 1000 or more pages - which makes it highly readable and enjoyable. I liked this book very much and I read it in a relatively short time and it gave me a general overview of Caesar's life -
Un altro ottimo lavoro da parte di Antonio Spinosa; fa davvero vivere la possanza e lo spessore di Caio Giulio Cesare immergendone la figura non solo nell'ottica del suo tempo ma anche in quella del mondo moderno.
Non posso fare a meno di chiedermi perchè la vicenda di Cesare debba essere sempre così tristemente attuale, perchè debba ripetersi di continuo. Deve essere una sorta di tradizione nazionale italica.
Cambiano i nomi, ma i fatti in sostanza sono sempre gli stessi... -
La grande mole di lavoro che egli riusciva a svolgere con rapidità impressionante e la molteplicità degli interessi politici, militari, storici, letterari, cui dedicava quotidianamente l’attenzione, erano già evidenti caratteristiche che rivelavano la forza del genio.
“Non mi inquieta il fatto che quelli da me liberati tornino a combattere contro di me: l’essenziale è che io rimanga eguale a me stesso ed essi a se stessi”. -
Molto interessante e dettagliato