Il fascismo degli antifascisti by Pier Paolo Pasolini


Il fascismo degli antifascisti
Title : Il fascismo degli antifascisti
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ISBN : 8811603692
ISBN-10 : 9788811603696
Language : Italian
Format Type : Mass Market Paperback
Number of Pages : 96
Publication : First published September 6, 2018

La riflessione sul fascismo e sulla sua evoluzione storica attraversa tutta l’opera di Pasolini: questo volume raccoglie alcuni dei suoi testi più significativi scritti sull’argomento tra il settembre 1962 e il febbraio 1975. Prendendo coraggiosamente posizione contro un antifascismo di maniera ormai fuori tempo massimo, Pasolini mette in guardia da una nuova forma di fascismo, più subdola e insidiosa, intesa «come normalità, come codificazione del fondo brutalmente egoista di una società». È il sistema dei consumi, che a partire dagli anni Sessanta si è reso responsabile dell’omologazione culturale del paese: un potere senza volto, senza camicia nera e senza fez, ma capace di plasmare le vite e le coscienze. A distanza di oltre quarant’anni, questi interventi mantengono intatta la loro forza critica, permettendo di cogliere alcuni dei tratti più profondi dell’Italia di oggi.


Il fascismo degli antifascisti Reviews


  • Emilio Berra

    - L'imperante conformismo -
    "Il successo è, per una vita morale e sentimentale, qualcosa di orrendo, e basta" .

    Questo libro, breve e molto interessante, raccoglie testi di saggistica, la gran parte dei quali è tratta da "Scritti corsari" .
    Pasolini analizza con lucidità ed acutezza l'affermarsi della predominante mentalità edonistico-consumistica, frutto della 'imposizione' del 'pensiero unico' : "il modello culturale offerto (...) è unico"; si tratta "del più repressivo totalitarismo" portatore di omologazione diffusa all'edonismo consumistico, oggi la sola ideologia che da noi s'impone come forma implicita di 'dittatura' e insieme come mentalità di massa. Per questo si può parlare appunto di "totalitarismo".

    Il fascismo, qual è stato quello storico, ormai è da considerare 'arcaico'; sarebbe irrealizzabile. Essere antifascisti in relazione a quel fascismo appare pertanto superato, storicamente superato.
    Il totalitarismo che s'impone oggi è invece subdolo, la sua esca è il piacere, quindi assai diffusivo in stati profondi della società deprivata di strumenti valoriali e critici per difendersi, illusa perfino di scegliere e gustare 'la libertà' : "nessun uomo ha mai dovuto essere tanto (...) conformista come il consumatore" .
    "L'Italia sta marcendo di un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo (...), conformismo" .

    Considerazioni espresse mezzo secolo fa e oltre. Oggi, pur senza indulgere in generalizzazioni, paiono attualissime.

  • beesp

    Che cos’è un intellettuale? Un individuo che sia in grado di leggere il suo presente, senza dover ricorrere a schematizzazioni semplicistiche. Non so se abbiamo o se avremo mai di nuovo voci chiare, oneste e limpide come quella di Pasolini, so solo che “Il fascismo degli antifascisti” e gli articoli che raccoglie sopravvive nel 2019 a darci una stilettata nel cuore, per il fallimento di questa società e per il modo in cui quarant’anni fa Pasolini riusciva a identificarci il nuovo fascismo e a dirci che inevitabilmente sarebbe nato dalla società capitalista e consumistica.

  • heidola

    raccolta di articoli , interviste, riferimenti a poesie firmate Pasolini sul concetto di fascismo e antifascismo. Da tenere in libreria.

  • Sara

    Mi aspettavo qualcosa di molto diverso da questa piccola raccolta di articoli e interviste, ma devo fare mea culpa perché in quarta di copertina era scritto chiaramente che si riferiva ad una critica alla società consumistica, fascista e subdola proprio perché, secondo l'autore, alla base ha l'omologazione forzata. Penso che Pasolini avesse uno sguardo molto preciso e acuto sulla sua epoca e sulle novità che hanno investito l’Italia dagli anni ’60 in poi, mutandola profondamente. Ne sapeva scorgere i pericoli e da essi metteva in guardia, estremizzando volutamente. Un libro che ho apprezzato molto e che nella sua brevità fa riflettere perché la società di oggi ha alla base proprio quel decennio analizzato da Pasolini; non puoi quindi evitare di chiederti quanto avesse visto lontano, se e in che misura quelle paure si siano concretizzate.
    Bella in particolare l'analisi del film “Fascista” di Naldini e la riposta a Calvino. Di quest'ultima cito una parte: a Calvino che scrive “I giovani fascisti di oggi non li conosco e spero di non aver occasione di conoscerli”, lui ribatte “1) certamente non avrai mai tale occasione, anche perché se nello scompartimento di un treno, [...], tu dovessi incontrare dei giovani fascisti non li riconosceresti; (allude al fatto che ormai sono omologati a tutti gli altri giovani e non portano più la camicia nera) 2) augurarsi di non incontrare mai dei giovani fascisti è una bestemmia, perché, al contrario , noi dovremmo fare di tutto per individuarli e per incontrarli. Essi non sono i fatali predestinati rappresentanti del Male: non sono nati per essere fascisti.”

  • Lorenza

    Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.

  • Anais Piccoli

    Vorrei fare un esperimento sociale, e prendere alcuni paragrafi di questi articoli (togliendo naturalmente i passaggi con nomi e date) per farli leggere a dei liceali, e sfidarli ad indovinare quando sono stati scritti - sia perché l'idea che la storia si ripeta in modo così palese è spaventosa, e tutti dovremmo rendercene conto, sia perché uno dei miei più sinceri desideri è che Pasolini diventi un autore obbligatorio per la formazione di ogni cittadino decente.

  • Kovalsky

    Il libro che tutti dovrebbero avere sul comodino

  • Valeria

    Libricino di 94 pagine dove sono raccolti alcune interviste e articoli che Pasolini ha rilasciato tra il 1974-1975.
    Lo scrittore parla di una nuova forma di fascismo lontano da quello tradizionale che è la società dei consumi che ha provocato un omologazione sociale e portato l’Italia all’egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo e conformismo.
    Una lettura che consiglio se vi interessa l’argomento di cui potete essere d’accordo o in disaccordo (io stessa condivido alcune cose e altre le ritengo estremiste) però vi regala molti spunti di riflessione.
    Ho adorato l’articolo sul fenomeno Pannella e il pensiero sui nuovi fascisti che non vanno visti come il Male della società ma vanno aiutati attraverso il dialogo e il confronto.

  • gaia

    “Io credo, lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologi hanno troppo bonariamente chiamato «la società dei consumi». […] Allora i giovani nel momento stesso in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi ed i loro campi, ritornavano gli italiani di cento, di cinquant’anni addietro, come prima del fascismo. Il fascismo in realtà li aveva resi dei pagliacci, dei servi, e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio, nel fondo dell’anima, nel loro modo di essere.
    Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell’intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irregimentazione superficiale, scenografica, ma di una irregimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Il che significa, in definitiva, che questa «civiltà dei consumi» è una civiltà dittatoriale. Insomma se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la «società dei consumi» ha bene realizzato il fascismo.”

  • Andrea F J De Pace

    Un’analisi feroce dell’Italia post Ventennio, agli albori del decadimento sociale e politico che ha portato la nostra società all’attuale vuoto politico di violento conformismo. Profetico

  • Giulio Ciacchini

    Come ormai troppo spesso capita di leggere, i saggi politici Italiani di cinquant’anni fa sembrano scritti ieri.
    Questo purtroppo denota un ben noto immobilismo della nostra società.
    Ed anche in questo caso sulla lotta tra fascismo e antifascismo i temi sono gli stessi di 50 anni fa.
    “L’Italia non è mai stata capace di esprimere una grande destra. E’ questo, probabilmente, il fatto determinante di tutta la sua storia recente. Ma non si tratta di una causa, bensì di un effetto. L’Italia non ha avuto una grande destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è il fascismo.”

    “Esiste oggi una forma di antifascismo archeologico che poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più. Un capo come Mussolini oggi è assolutamente inconcepibile non solo per la nullità e per l’ideazione alita di quello che dice, per il nulla logico che sta dietro quello che dice, ma anche perché non troverebbe assolutamente spazio e credibilità nel mondo moderno. Basterebbe la televisione per vanificarlo per distruggerlo politicamente.”

    Insomma fantasmi che si combattono in un mondo che non li capisce più.
    Concetti a me cari, anche se poi Pasolini si perde dietro la società dei consumi, secondo lui il vero fascismo e il vero potere.

  • Francesco

    Non c’è niente da fare o dire: Pasolini rimane sempre una garanzia di pensiero indipendente, libero, lucido e, soprattutto, inossidabile. È stato bello rileggere questi estratti da Scritti corsari.

  • Norbert

    Alcuni ragionamenti li trovo illuminanti. Molto altro, per me, risente dei quasi 50 anni passati da quando gli articoli son stati scritti

  • Aitirir

    Pasolini reflexiona sobre el fascismo y lo asocia a la nueva sociedad de consumo.

    Reflexiones interesantes y de actualidad

  • Adolfo M. Rodríguez

    Hay libros que son armas.
    O armas que son libros.

  • Ioritz

    Es una recopilación de artículos de Pasolini sobre el fascismo. Un hombre sabio con pensamientos lúcidos.

  • GONZA

    L'incredibile attualità di Pasolini, il fatto che ogni suo libro, anche se vecchio di anni sembri scritto per l'oggi, non lascia ben sperare...

  • Giulia Yoko Galbarini

    Ma, naturalmente, per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla. (PPP)

  • Elisa

    omologazione culturale, mutazione antropologica, scomparsa delle lucciole [这个比喻真的很招黑]. 18年出这个是蹭热度吧……但是这样把主题相近的文章收集起来确实有助于理解。离婚法公投和Pannella两篇特别好看。

  • Vallentina Ossitocina

    I found it short-sighted and oxymoronically classist.

  • m.

    da leggere, a voce alta, in ogni scuola dalle medie in su.
    non siamo migliorati, siamo solo peggiori.

    «[A Italo Calvino] Nella tua affrettata risposta, ti è scappata una frase doppiamente infelice: 'I giovani fascisti di oggi non li conosco e spero di non aver occasione di conoscerli'. Uno: certamente non avrai mai tale occasione, anche perché se nello scompartimento di un treno, nella coda a un negozio, per strada, in un salotto, tu dovessi incontrare dei gio­vani fascisti, non li riconosceresti; due: augurarsi di non incontrare mai dei giovani fascisti è una bestemmia, perché, al contrario, noi dovremmo far di tutto per indi­viduarli e per incontrarli. Essi non sono i fatali e prede­stinati rappresentanti del Male: non sono nati per essere fascisti. Nessuno — quando sono diventati adolescenti e sono stati in grado di scegliere, secondo chissà quali ra­gioni e necessità — ha posto loro razzisticamente il mar­chio di fascisti. È una atroce forma di disperazione e nevrosi che spinge un giovane a una simile scelta; e forse sarebbe bastata una sola piccola diversa esperienza nella sua vita, un solo semplice incontro, perché il suo destino fosse diverso.»

    «[...] Buona parte dell'antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. È insomma un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo.»

    «Nel film di Naldini noi abbiamo visto i giovani inquadrati, in divisa. Ma se noi guardiamo i giovani di oggi, anch'essi sono inquadrati, in divisa. Con una differenza però. Allora i giovani, nel momento stesso in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi e i loro campi, ritornavano gli italiani di cento, di cinquant'anni addietro, come prima del fascismo. Il fascismo in realtà li aveva resi dei pagliacci, li aveva repressi, e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio nel fondo dell'anima, nel loro modo di essere. Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell'intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all'epoca mussoliniana, di una irreggimentazione superficiale, scenografica, ma di una irreggimentazione reale che ha rubato e cambiato la loro anima. Il che significa, in definitiva, che questa civiltà dei consumi è una civiltà dittatoriale.»

  • Sara Forja

    Éste es el primer texto que leo de Pasolini, y quizá comenzar desde él no sea el mejor ejercicio para hacerle justicia. No sé. Lo que ha motivado mi lectura tiene mucho que ver con un ejercicio de interpretación: en qué modo somos fascistas cuando públicamente impostamos una postura contraria. En qué modo somos aquello que no queremos ser, aquello que despreciamos y que sin embargo somos
    .
    Pasolini hace distinción entre un fascismo digamos más radical y originario -arqueológico-, de otro (que es en el que actualmente podemos estar sumergidos) que obedece más a lógicas de consumo y hedonismo exacerbadas, un tipo de fascismo difícil de diagnosticar que convive entre nosotrxs sin poder ser nombrado con la misma facilidad del primer tipo. Enfrentarse a un fascismo de consumo como si fuera un fascismo originario, arqueológico es la estrategia que sigue en ocasiones la izquierda, (estrategia melancólica) que sirve más para tirarnos piedras a nuestro propio tejado que para combatir de raíz a un nuevo Poder (mayúscula mantenida por el autor) al que aún no hemos sabido mirar de frente.

    Me quedo con ganas de saber más, quizá por falta de conocimiento e ingenuidad. Que esta reseña sirva al menos para poder abrir el apetito a más personas que tienen la misma inquietud que quien escribe: cómo no ser fascista (o como poder interpretarse como tal) cuando ya hayas introducido todas las lógicas del fascismo dentro de ti.

  • Morena

    Il titolo mi ha incuriosito subito: cosa può mai significare il fascismo degli antifascisti?

    Io sono dell’opinione che, per chi come me, ha scelto la legge e la giustizia come vocazione di vita, informarsi e prendere una posizione ben studiata dal punto di vista politico sia essenziale.
    Ma ovviamente farebbe bene a chiunque: si ha una visione più chiara della realtà ed è, a mio parare, un dovere morale di ogni cittadino.

    “Ecco perché buona parte dell'antifascismo
    di oggi, o almeno di quello che viene chiamato
    antifascismo, o è ingenuo e stupido o è prete-
    stuoso e in malafede: perché dà battaglia o
    finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e
    sepolto, archeologico appunto, che non può
    più far paura a nessuno.
    […]

    Io credo, lo credo profondamente, che il
    vero fascismo sia quello che i sociologi hanno
    troppo bonariamente chiamato «la società dei
    consumi». Una definizione che sembra inno-
    cua, puramente indicativa. Ed invece no. Se
    uno osserva bene la realtà, e soprattutto se
    uno sa leggere intorno negli oggetti, nel pae.
    saggio, nell'urbanistica e, soprattutto, negli
    uomini, vede che i risultati di questa spensie-
    rata società dei consumi sono i risultati di una
    dittatura, di un vero e proprio fascismo.”

  • Sara Minervini

    Libricino che si legge in un paio d'ore (e pure pieno di pause) ma che strappa il velo dagli occhi, puntando dritto a dimostrare cosa sia il vero fascismo, fuori dalla archeologica retorica del ventennio, e cosa sia il vero antifascismo, che esiste, appunto un fascismo storico, archeologico e un fascismo sistemico che non è finito il 25 aprile 1945 e nemmeno il 2 giugno del 1946. Dovrei forse coniugare i verbi al passato, gli scritti qui raccolti risalgono al 1974, ma la lucidità e la lungimiranza di Pasolini travalica il tempo. Era attuale allora. Lo è nel 2020. Lo sarà tra altri cinquant'anni.

  • Gianmarco De Vitis

    Pier Paolo Pasolini analizza in questi scritti, in maniera amara e puntuale, il fenomeno del fascismo e le sue evoluzioni politiche, culturali e linguistiche.

    Con il termine “fascismo”, Pasolini fa riferimento di volta in volta a quello tradizionale e “archeologico” del ventennio, a quello “nominale” e “artificiale” di frange giovanili degli anni Settanta, fino all’identificazione del nuovo fascismo con la “prepotenza del potere” propria della civiltà dei consumi, capace di modificare il Paese ancor più profondamente di quanto non sia riuscito a fare il regime mussoliniano.

    Estremamente attuale ed in grado di suscitare riflessioni amare ma cariche di significato.

  • Sara_AM

    Un libricino tanto piccolo quando prezioso. Con una straordinaria limpidezza Pasolini espone le proprie posizioni sul fascismo nascente dalla società dei consumi che tocca il suo apice negli anni '70. Uno scrittore che unisce la propria cultura letteraria alle esposizioni critiche che assume nei confronti della politica e della società di quegli anni. Estremamente contenta di essermi avvicinata a Pasolini con questo testo dopo aver apprezzato il film "Comizi d'amore".

  • Annuccia76

    E' una raccolta di articoli in cui lo scrittore fotografa l'Italia post-fascista: un'Italia che fatica ad essere democratica nonostante le dichiarazioni di facciata e le dichiarate intenzioni. L'autore esprime con lucida chiarezza quella che è la realtà in cui vive e mette in guardia per il futuro, cito testualmente <>. Profetico?

  • Joan

    Compuesto de artículos publicados por Pasolini a lo largo de su vida. Centrado en la Italia de su época, muchas de sus ideas siguen siendo vigentes hoy en día. No solo interesante por lo que aporta, si no también para conocer a la persona tras las ideas.