
Title | : | La vendetta di Oreste |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 8893255650 |
ISBN-10 | : | 9788893255653 |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 222 |
Publication | : | First published July 11, 2019 |
Da qui parte l’indagine non ufficiale di Ponzetti, che si svolgerà tra Roma, Trieste e la Slovenia, intorno all’enigmatica storia di Oreste: un caso in cui, come sempre, vengono coinvolti il fidato ispettore Iannotta e i familiari del commissario. Una storia che porterà tutti a confrontarsi con il dramma, a lungo taciuto, dell’esodo istriano e dei profughi giuliano-dalmati.
In un giallo denso di indizi e interrogativi da sciogliere, a metà tra l’indagine poliziesca e la ricostruzione storica, Ottavio Ponzetti darà finalmente voce al destino taciuto di un uomo, vittima di una tragedia collettiva, che per tutta la vita è rimasto legato a un passato lontano che lo ha persino privato del diritto alla memoria.
La vendetta di Oreste Reviews
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«I prigionieri venivano legati l’uno all’altro e gettati, spesso ancora vivi, nelle cavità profonde delle zone carsiche. Ne morirono a migliaia. Dove arrivavano, gli jugoslavi gettavano nel panico le popolazioni italiane.»
«Già, le famose foibe di cui oggi si parla un po’ più che in passato.»
È in questo contesto che si muove l’indagine di Ottavio Ponzetti. Un’indagine che non riguarda un delitto o una vicenda nera attuale, piuttosto uno scavare a ritroso nel tempo, fra le pagine di una Storia che si è svolta a due passi dal nostro Paese, così come lo conosciamo oggi, una dolorosa sequela di soprusi, persecuzioni, deportazioni, massacri, perdita di beni, affetti e identità. Una Storia a lungo trascurata che solo nel 2004 ha avuto un riconoscimento ufficiale con l’istituzione del Giorno del Ricordo nella data del 10 febbraio.
Libro bellissimo, forse il migliore tra la produzione di Ricciardi.
Libro non privo di spunti ironici, di quelli ti fanno schiudere le labbra in un sorriso, e di storie e risvolti familiari che alleggeriscono un po’ tutto il contesto. E nello stesso tempo un libro doloroso, che ripropone fantasmi che si vorrebbero scacciare, che invita a non dimenticare.
Il tutto scritto con il tratto gentile e sapiente dell’Autore.
P.S.: Pur vivendo a Roma, non sapevo dell’esistenza del Quartiere Giuliano-Dalmata nei pressi della Laurentina.
Il Monumento ai Caduti, descritto da Ricciardi, esiste e viene così descritto da Wikipedia:
Monumento alle vittime delle foibe, su largo Vittime delle Foibe Istriane, nei pressi della stazione Laurentina della Metro B.
41.827773°N 12.479196°E
Opera del maestro Giuseppe Mannino. Nella dedica si legge: «Ai martiri dell'Istria, della Venezia-Giulia e di Fiume, del mare di Dalmazia, infoibati e annegati per amore della libertà e dell'Italia (1943/1947). La Regione Lazio, la città di Roma e la comunità giuliano-dalmata esule, a perenne ricordo. Roma, 10 febbraio 2008.»
Ed ancora: la figura di Maria Pasquinelli, è un’altra bella scoperta: questa donna, un’attivista, guarda caso proprio il 10 febbraio del 1947, uccise a colpi di pistola il generale Robert De Winton, massima autorità alleata (britannica) nella città di Pola, come atto di protesta per l’assegnazione della città alla Jugoslavia. È anche vero il biglietto che le fu trovato in tasca subito dopo l’arresto, certa che l’avrebbero fucilata sul posto. Invece... Condannata a morte, la sua pena (per vicende storiche che si accavallarono) fu tramutata in ergastolo e dal carcere di Trieste fu trasferita a quello di Firenze; successivamente ricevette la grazia in un fumoso momento di vacanza presidenziale. Visse poi, e morì, nel silenzio.
Per tutto questo... Grazie Giovanni!
🌺 10 febbraio: Giorno del Ricordo 🌺
📚 RC 2020 - TBR 32
🔠 RC 2020 - Alphabet Titoli: V
✍️ G.R. -
Recensione a cura di Aoidos per Feel the Book
In questa sua ultima indagine il Commissario Ponzetti si ritrova tra le mani un cold case.
Il suo amico Oreste Zanotti, vecchio esule istriano, è in un letto d’ospedale e vuole parlargli. Ma il Commissario arriva tardi. Oreste muore, portandosi dietro un segreto.
Dieci anni dopo, suo figlio, frugando tra i beni del padre, scopre una cassaforte malamente occultata in un muro e, al suo interno, una pistola di fabbricazione jugoslava risalente alla Seconda Guerra Mondiale e una lettera d’amore, bellissima, indirizzata a un certo Ulisse.
Chi è Ulisse? Perché Zanotti ha conservato quella lettera per tutta la vita? E la pistola, a cui mancano due colpi?
Cosa avrebbe voluto confessare Oreste, in fin di vita, al Commissario?
Da qui parte un’indagine che condurrà Ponzetti indietro nel tempo, tra le pieghe tristi di quella Grande Storia che forgia i destini degli uomini, loro malgrado.
Destini legati a doppio filo, tra silenzi, omissioni, bugie. Destini piegati dagli eventi tragici di un’Europa ferita da un conflitto terribile e dalla successiva divisione in blocchi d’influenza, sovietica e americana.
E’ tra le pieghe della Questione Istriana che Ponzetti indagherà, aiutato da sua figlia in missione e dal fido ispettore Iannotta, scavando in un passato che pare lontanissimo, ma le cui ferite aperte bruciano ancora.
Tutto questo con dolcezza e comprensione dell’animo umano, e quella pietas che mai dovrebbe mancare quando ci si muove nelle vite degli altri.
Questo romanzo è un giallo, vero, ma è anche, e soprattutto, una ricerca tra i fatti della Storia, quella che passa, calpesta, spinge, strattona gli uomini e il fato.
Una splendida lettura, densa di rimandi letterari. Una lettura sfaccettata, intensa e quotidiana, vicina e lontana, nella quale il genere non è tutto.
Consigliato, come tutta la serie.
Editing a cura di Ash per Feel the Book -
Il romanzo è un giallo storico con ambientazione moderna. Il protagonista della vicenda è Ottavio Ponzetti, il celebre commissario della serie di libri scritta appunto dal professor Ricciardi.
In quest’ultimo l’indagine che seguirà lo porterà a svelare intrecci lontani, un passato dimenticato e una Storia che fino a poco tempo fa era taciuta.
L’anziano geometra Oreste Zarotti comincia a vedere il suo crepuscolo farsi sempre più vicino, perciò chiede a Marco, suo figlio, di poter chiamare il commissario perché ha necessità di parlargli. Finito in ospedale in seguito ad una caduta, si spegne senza riuscire a dire nulla ad Ottavio. Dopo dieci anni il figlio ritrova una cassaforte nella casa del padre, con dentro solamente una lettera indirizzata ad un ignoto Ulisse e una pistola, da cui mancano due proiettili.
«Nelle mie storie c’è sempre una lettera. È un classico. Mi chiamano, mi presentano un testo e mi tocca fare il filologo».
Ecco l’inizio dell’indagine, in cui ovviamente saranno coinvolti molti personaggi e soprattutto quelli più vicini al commissario non mancheranno, come già sanno gli amanti di questa serie.
Evito assolutamente di fornire ulteriori dettagli sulla trama, perché a partire da questo momento in avanti, la lettura sarà una scoperta continua.
Troverete numerosi riferimenti culturali, letterari, poetici e mitologici, persino nel titolo.
L’autore di questo libro è molto competente e ha un modo di scrivere fluido e coinvolgente, perciò l’ho apprezzato sia per lo stile che per i contenuti.
«Qui a Roma, al villaggio Giuliano-Dalmata. Nel 1947 un gruppo di esuli istriani aveva occupato in quella zona dei vecchi padiglioni edificati da Mussolini per ospitare gli operai che costruirono l’Eur, poi abbandonati allo scoppio della guerra».
Il viaggio sarà storico, geografico, politico, diplomatico, popolare e contemporaneo. La commistione sarà interessante e sperimenterete come attraverso un libro, una storia, il teatro e l’arte più genericamente, si possa creare una drammaturgia catartica. Attraverso il racconto e la rivisitazione del passato, si possono toccare tante e numerose tematiche sempre importanti, tragicamente sempre presenti anche nel mondo moderno. I drammi del passato si ripetono e ripercuotono su di Noi, ciclicamente. Forse è arrivato il momento di spezzare questa catena e creare delle novità?
Se poi il risultato non dovesse andar bene, che male c’è a sbagliare? L’importante è porvi rimedio per migliorare!
Tanto più che mo’ venimo a capo der fatto che nun c’è corpo de reato e nemmanco corpo del reante.
«E quindi, siccome l’aveva preso a Pola, se chiama equi-polenza?».
Ho inserito alcune brevi perle, per lo più attribuite a Mario Iannotta, perché nonostante la tragicità di alcuni momenti, mi sono ritrovato a ridere come un matto, sbellicandomi, mentre ero in viaggio ed ero su un treno pieno di gente.
MAGNIFICO!! Semplicemente poetico. Perché la capacità dell’autore è stata incredibile sia nel suscitare emozioni come la tristezza, che altrettanto spontanea ed onesta nel tirar fuori la gioia,l’ilarità e le mie risate.
Vi piaceranno Maria, Iannotta, il Lugli, Ottavio, Serena, Gabriele, Gloria, Eraldo e Ludovico! Sicuramente.
Ha creato un ottimo equilibrio e olisticamente potrete apprezzare davvero tutto il lavoro svolto.
Infine critico quest’ultimo aspetto con garbo e ammirazione. Ditemi poi se ho ben colto.
Gli amanti delle descrizioni e di Roma, si ritroveranno qui e là, a passeggiare fra le strade e a riconoscere cornicioni. Gli amanti delle descrizioni fisiche ameranno questo romanzo perché avranno la piacevole ed inaspettata sorpresa di vedere i protagonisti della storia, senza riuscire a trovare lo straccio di una descrizione fisica fra le pagine.
Questo è un altro aspetto che ho colto. Una descrizione delle persone attraverso la loro emotività, la loro interiorità, le abitudini e ovviamente tutto questo senza sentire la mancanza di una declinazione. Ho apprezzato molto questa tecnica. Probabilmente chi segue il commissario già da tempo, ha incontrato molte descrizioni strada facendo. Ma io non lo conoscevo e ho comunque avuto il piacere di figurarmelo senza alcuna difficoltà.
Inutile dire che il romanzo mi è piaciuto molto, perciò posso consigliarlo agli amanti del giallo, a chi ama la storia, a chi ama la ricerca, a chi ama la giustizia, a chi ama la memoria e infine a chi se la sente di leggere un bellissimo lavoro.
Complimenti e grazie mille per l’arricchimento professore. Se ha piacere, ci possiamo vedere a Roma a settembre.
A voi invece auguro Buona lettura e Buon Inizio delle indagini.
Recensione a cura di Marco Chabod. -
Molto interessante l'utilizzo di una indagine poliziesca che consente di ricostruire e conoscere una vicenda storica, quella dell'Istria e dei tanti connazionali purtroppo dolorosamente coinvolti. Riconosco di essere forse condizionato dal fatto che l'opera fa parte di una serie in cui il protagonista sia un commissario tra i pochi che vivono ed operano a Roma e che la vicenda ricostruisce anche la storia di un quartiere a tre chilometri dal mio ma è indubbia la scorrevolezza della lettura, la semplicità ed ironia dei personaggi, lo stile coinvolgente. Peccato che l'intreccio del giallo si srotola un po' troppo solo nel finale.
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Il commissario Ponzetti indaga su un fatto quasi personale con l'aiuto della figlia minore: un amico muore senza far in tempo a rivelargli un segreto. Inizia così una ricerca appassionante d'archivio tra vecchie pagelle e antichi documenti per svelare l'arcano.