
Title | : | Brutta: Storia di un corpo come tanti |
Author | : | |
Rating | : | |
ISBN | : | 8817159115 |
ISBN-10 | : | 9788817159111 |
Language | : | Italian |
Format Type | : | Paperback |
Number of Pages | : | 160 |
Publication | : | First published September 14, 2021 |
Brutta: Storia di un corpo come tanti Reviews
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Vabbè praticamente io che mi lamento su Twitter ma pubblicato da una casa editrice.
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...non ho bisogno di sentirmi bella, ho bisogno di poter vivere nello spazio pubblico senza che qualcuno pensi che insultarmi per il mio aspetto fisico sia un modo come un altro per dirmi che devo tacere. Una donna brutta non ha bisogno che la società le consenta di sentirsi bella, ha bisogno che la società le assicuri che sarà rispettata: la risposta all’insulto e all’aggressione non può essere «Sei tu che dovresti fare in modo di sentirti bella, povera cessa».
Dal mio essere bella o brutta secondo il resto del mondo si giudica il valore di quello che dico, si giudicano le mie motivazioni, la mia emotività, la mia soddisfazione nei confronti della vita.
Sono come tutte le altre, non lo so come si fa, ad amarsi sempre. Ed è pure un concetto vago, inafferrabile. Cosa vuol dire “amarsi”? E perché siamo sempre noi a doverlo fare
Certo che mi piacerebbe amarmi senza sforzo -
É sempre un piacere leggere (e ascoltare) Giulia Blasi.
I libri, certo, ma anche la sua newsletter - una delle poche che non cestino subito, dai ditelo anche voi che le newsletter le pattumate al volo - o i suoi interventi sparsi per il mondo. Però, prima di tutto ci sono, appunto, i libri.
Brutta è certamente la storia di Giulia, del resto anche lei lo dice subito quando afferma che anche se sembra che si parli di altro o di altrə, in fondo si parla di lei: a me però piace ribaltare la frittata e dire che anche quando sembra che si parli di lei, in realtà si parla di altrə, e persino di me, uomo bianco etero. Sarà che siamo coetanei, ma io in molte delle storie raccontate da Giulia mi ci sono ritrovato: nato e cresciuto in un paese circondato dalla piattissima campagna ferrarese, mi sono sempre sentito un po' un pesce fuor d'acqua e spesso inadeguato alle situazioni che ho dovuto affrontare. E poi tutto il contorno pop, che è lo stesso che ha circondato me (con la differenza che io i Visitors li ho visti e amati). Con un linguaggio fresco e colloquiale, Giulia ci racconta del rapporto col suo corpo e della sua accettazione, ma soprattutto di come - viste le forti pressioni di un sistema patriarcale che volenti o nolenti ci circonda fin dalla nascita - per una donna tutto ciò sia decisamente più difficile. Io invito tuttə - ma soprattutto i maschi - a leggere Brutta: sì, anche se avete l'impressione di non essere il target principale di questo libro (e se volete fare il paio con un altra autobiografia dovreste leggere assolutamente il formidabile
Eccentrico. Autismo e Asperger in un saggio autobiografico di
Fabrizio Acanfora) il rischio è quello di arrivare alla fine e sentirsi persone migliori, come è successo a me. -
♥︎Libro breve, ma molto interessante.
Ho apprezzato che l'autrice si sia aperta e abbia raccontato la propria storia (dove però è facile identificarsi). Ho trovato questa storia molto più semplice rispetto ad altre dello stesso genere, non risultando banale.
Si finisce in un paio d'ore senza problemi.
Lo consiglio a chi sia interessato a letture femministe o chi vuole scoprire un nuovo genere, se già non avete letto niente di questa autrice.♥︎ -
Ho deciso che smetto di dare a tutti i saggi femministi una stellina in più a prescindere, cosa che sì (mi scuso) ma fino a ora ho quasi sempre fatto. È vero che il femminismo, secondo me, ha bisogno a prescindere di visibilità e apprezzamento, ma è anche vero che, se do a tutti i saggi a tema femminista 4-5 stelle, poi le persone che si basano sulle mie recensioni non capiscono quale libro convenga leggere: tutti sembrano imperdibili, cosa che spesso non è. Io anche spesso vengo ingannata dalle recensioni entusiaste nella mia bolla. Una parte di me dice: okay, adesso basta, ho già letto troppo su questo tema. L'altra: okay, ma questo sembra un capolavoro! È il caso anche di questo libro qui, che è stato definito da molte persone che seguo come "il migliore di Giulia Blasi", o comunque meraviglioso uau. Secondo me, invece, è un saggio assolutamente perdibile. Offre delle riflessioni moolto mooolto banali, e universalizza l'esperienza di vita dell'autrice, a mio parere ben poco universalizzabile. Cioè: per me è okay raccontare la storia del rapporto con il proprio corpo se viene trattata come tale, ma non dire "noi" ci sentiamo così, per "noi" è cosà. Noi cosa? Donne? Io personalmente mi sono rivista molto poco in quel noi, e ho anche provato fastidio quando per esempio parla di mestruazioni come di una cosa di cui ci si abitua e che, tutto sommato, è sopportabile, non come la menopausa. Una donna su cinque soffre di endometriosi, molte altre hanno disturbi del ciclo mestruale minimizzati dai medici. Davvero avere le mestruazioni per "noi" è nulla rispetto alla menopausa? Penso che possiamo pure farcela, ormai, a questo punto del cammino femminista, a guardare la realtà scorgendo altri gradi di complessità.
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Tanto mi era piaciuto "Manuale per ragazze rivoluzionarie", tanto mi ha deluso questo. Femminismo mainstream condito dai soliti luoghi comuni che sentiamo già a ripetizione su Instagram. Discretamente comprensibile l'intento, ma esecuzione piuttosto cringe.
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3 stelline e mezza. Sagace, divertente, scorrevole. Nonostante la ritenga una lettura necessaria adatta a qualsiasi età, avrei avuto particolarmente bisogno di un libro del genere nella mia prima adolescenza.
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Divulgativo e divertente, una chiacchierata con una vecchia amica. Credo lo descriverei così, certo non è una lettura approfondita (se volete approfondire il tema consiglio "Beauty mania" di Renee Engeln), è un libro che non appesantisce ma comunque fa pensare proprio perché mostra una quotidianità come tante, anzi un problema che purtroppo affligge soprattutto le donne.
Grazie società, ma soprattutto grazie patriarcato!
Giulia Blasi non fa libri complessi, non certo di studio approfondito, piuttosto è un "libro-sveglia" come lo chiamo io. Ovvero è un libro che fa prendere consapevolezza grazie a esempi della quotidianità, insegna a porti domande e sicuramente lo consiglierei a chi non ha mai affrontato questo tema. Come prima lettura non c'è male, per qualcosa di più approfondito però bisogna rivolgersi ad altre letture. -
Libro per adolescenti. Io non sono riuscita ad andare avante tanto era l'imbarazzo per le ovvietà femministe. al "siamo un buco di carne" sono impallidita. troppo cringe, freeda fa di meglio e tutto questo è assurdo. Probabilmente a 15 anni mi avrebbe anche fomentato. Non so alle 15enni di ora.
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Brutta è un saggio semi-autobiografico pop. Parla di corpi, in particolare di corpi femminili, in particolare del corpo dell'autrice e lo fa in bilico tra il comizio di piazza e la chiacchierata onesta con un'amica che si apre per parlarti di se. Anche questo è un libro nel quale riconoscersi: i favolosi (?) anni 80' e 90', Giorgio Gaber, Candy Candy, i Visitors sono solo le paillettes sulla borsetta; quello in cui ci si riconosce è il contenuto della borsetta: la lotta quotidiana dell'accettazione del se. Qui è tutto un continuo di "Ma allora non sono solo io!", "Ah, come ti capisco!", "Eh, già".
I concetti ci sono e sono anche spiegati bene, ma prima di essere una saggio, Brutta è un libro che fa sentire meno solǝ chiunque nella vita si sia sentito bruttǝ.
E no, la borsetta è virtuale. Mica l'hanno allegata al libro! -
Come chiacchierata al bar può anche intrattenere ma la sua esperienza è troppo banale e privilegiata per poterla trasformare in un libro che aggiunga qualcosa ad una lettrice abituata a leggere saggi femministi. Almeno Giulia Blasi è genuina e autoironica e ascoltarla in audiolibro è sempre un piacere.
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Ironica e a volte pungente, Giulia Blasi parla del rapporto con il suo corpo con aneddoti in cui molte di noi si possono identificare. Lettura godibile, ma forse libro troppo breve in cui a volte ho trovato luoghi comuni o generalizzazioni. Di fatto, comunque, invita alla riflessione sul corpo al femminile e sulle limitazioni che ci accompagnano sin dalla nostra nascita.
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Mi sono incazzata molto leggendo questo libro perché mi ha messo di fronte ad un fatto che già sapevo ma che non avevo mai letto per iscritto: quanto tempo ho passato a creare un'immagine di me che fosse più vicina agli standard di bellezza imposti dalla società? Questo taglio di capelli mi piace davvero o mi fa ricevere solo più apprezzamenti maschili? Quella gonna mi piace davvero o mi fa sentire solo più desiderabile?
Queste sono solo alcune delle domande che mi sono posta dopo questa lettura.
Quanti uomini, secondo voi, impiegano ore e ore a scegliere cosa indossare per un evento importante? Quanti uomini impiegano almeno 2/3 ore a settimana per curare il proprio corpo (depilazione, maschere contro l'acne, prodotti per il corpo ecc)? E invece quante donne?
Non che non sapessi già queste cose, ma c'è differenza tra leggerle su Instagram e su un libro che te le sbatte in faccia e ti descrive praticamente la tua vita finora.
Mi sono rivista molto in quasi ogni pagina. Anche io ho un corpo come tanti.
Ma oltre a questo il libro non è granché né come scrittura né come argomenti, perché si tratta solo dell'esperienza dell'autrice (che è comunque molto diffusa tra le donne e le ragazze). È stata una lettura piacevole, il libro è molto breve quindi può essere un punto di inizio per chi si vuole avvicinare a questi temi, ma non è esaustivo né particolarmente edificante.
Lo stile di Blasi è molto particolare! Sembra di leggere la sua newsletter o un post su Instagram, il che ha reso la lettura poco impegnativa (che non è necessariamente una cosa negativa). Lo consiglio per una lettura non impegnativa e veloce! -
Giulia Blasi, per me, resta sempre una garanzia. Mi sono ritrovata in molti passaggi. Il libro è semplice, ma non banale, scorrevole, divertente e piacevole.
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“Ci sono tanti momenti in cui si diventa donne, ma nessuno conta come quello in cui capisci quale posto ti è stato assegnato in maniera più o meno esplicita nella grande graduatoria del gradimento maschile. Non la maternità, non il ciclo mestruale, niente di tutto questo: il momento in cui diventi donna davvero è il momento in cui capisci se sei figa, e se sì, quanto. Perché quel momento determina la quantità di capitale sessuale che puoi spendere nei rapporti sociali, il tuo posizionamento rispetto a chi detiene il capitale vero e proprio, il grano, il potere”.
3,5* -
Autoironico e divertente, ma non dice niente di nuovo
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Spiritoso, onesto e graffiante.
Una narrazione fortemente autobiografica che racconta del rapporto travagliato tra una donna e il suo corpo.
Godibilissimo, ancora di più se ascoltato in formato audiolibro. -
Schietto, divertente, stimolante.
Incredibile come siamo tutti diversi, nel corpo e nelle esperienze, eppure ci riconosciamo negli stessi disagi riguardo il come appariamo.
Niente di insuperabile eh, però bello e giusto parlarne senza remore. -
[parlando di catcalling] "La leggenda narra di un essere mitico, la Complessata, che vaga per le strade delle città alla ricerca dell'attenzione maschile. [...] Ma gli uomini sono all'oscuro di una leggenda ben più temibile, che le donne si tramandano a loro volta nel segreto delle loro stanze: è la leggenda della donna che non ti ha chiesto niente, Giancoso."
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La lettura è veloce e scorrevole. Ma un femminismo superficiale che dilaga in tutte le pagine, poco profondo e molto banale, mi ha fatto spesso storcere il naso. Carina la riflessione finale sul proprio corpo, ma oltre a quello ho assorbito gran poco: tutte troppo semplificato.
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Che bel libro! Giulia Blasi non delude mai, e con quest'ultimo suo onesto racconto del corpo femminile, credo abbia superato se stessa. Blasi è riuscita, attraverso la sua esperienza di "corpo normale", non brutto, non bello, non disabile, non appartenente a nessuna minuranza specifica, a descriverci il dramma dell'abitare un corpo femminile, qualunque esso sia. Ce lo racconta attraverso la sua esperienza personalissima, attraverso i suoi aneddotti dell'infanzia, in cui scopriamo di riuscire a identificarci perfettamente, anche se credevamo che quelle prese in giro, quel disagio nell'abitare il nostro corpo, fosse completamente normale.
E così apprendiamo dell'esperienza umana di Giulia Blasi, del momento in cui ha indossato gli occhiali, del suo corpo filiforme, del suo costante sentirsi inadeguata, delle prime cotte, del suo amore-odio verso il suo viso, verso il make up, verso il suo naso rotto. Un turbinio di aneddoti così rappresentativi, che è impossibile non identificarsi, non pensare "quella potrei essere io".
Credo che questo libro contribuisca a creare una specie di solidarietà femminile, sdogana tanti stereotipi, ci fa capire che non siamo sole (nemmeno nella menopausa, di cui non si parla praticamente mai), ci fa capire che quel dramma, prima o poi, lo viviamo tutte, e tutte abbiamo il diritto di usare il meccanismo di coping che riteniamo più opportuno; perchè alla fine, ciò che conta è anche sentirsi belle. E' inutile dire che l'accettazione di sè prescinda da questo, ogni donna sente il bisogno di sentirsi bella, e soprattutto di spogliarsi del senso di colpa nel momento in cui pensa di esserlo. -
Ho ascoltato questo audiolibro su StoryTel, ho apprezzato la vena ironica dell’autrice, il ritmo scanzonato anche se non mi ha sconquassata più di tanto. Si tratta di temi già discussi, di cui bene o male tutte noi donne abbiamo coscienza. Consiglio comunque la lettura, leggera e divertente.
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Avevo già letto (in realtà ascoltato, Giulia Blasi che legge e interpreta i suoi libri rende tutto ancora più coinvolgente) Manuale per ragazze rivoluzionarie e non posso che confermare: una lettura intelligente, a tratti illuminante, un’autrice da non perdere. Libro consigliatissimo.
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Giulia Blasi colpisce ancora, ma sempre più in profondità. A lei tutta la mia stima per aver avuto il coraggio e la grazia per parlare di un argomento come il "corpo delle donne" , ma da dentro. Da dentro sé stessa. Da dentro di me. Da dentro ognuna di noi.
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Apprezzato molto come tutti gli altri libri di Giulia Blasi che ho letto. Questo è risultato molto più autobiografico degli altri che invece contenevano giusto qualche aneddoto, ma comunque facile trovare tanti punti d’incontro con l’autrice.
Una stellina in meno rispetto agli altri perché avrei voluto fosse un po’ più approfondito. -
Alcune considerazioni sul corpo femminile e la percezione che ne ha la società sono veramente azzeccate, peccato per i continui riferimenti alla propria esperienza, spesso autoreferenziali, che fanno perdere spessore all’universalità delle tematiche.
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Conosco Giulia ormai da anni più virtualmente che di persona e quando posso leggo tutto quello che scrive. Dalla narrativa ai saggi sul femminismo. Perché parlano di cose che mi riguardano da vicino.
Anche Brutta mi riguarda da vicino pure essendo un saggio che parla tanto di lei. Mi riguarda per generazione, per età e per sorellanza. Mi riguarda anche perché sono sempre stata brutta anche io davanti allo specchio. Mi accorgo leggendo Giulia, però, che tante cose del mio sentirmi brutta mi hanno fatta soffrire meno da una certa età in poi. Ma queste cose che mi facevano soffrire prima e poi hanno smesso in un certo senso hanno trovato un nome nella lettura. Alcune sotto forma di concetti che non ho mai elaborato prima. Altre sotto forma di definizione. Una, piuttosto ironica, è il paragone del cazzo alla bacchetta di Harry Potter (per cui non so se la perdonerò). L'altra la cercavo da anni. I paninari erano i fascisti di sempre, solo in technicolor. Ecco cos'erano ed ecco perché sono ancora oggi il peggior incubo della mia preadolescenza. Mi serviva,Brutta, per definire molto di me. Lo consiglio a tutte le ex bambine e adolescenti che sono cresciute sentendosi brutte -
Avevo trovato il primo libro di Blasi imperdibile, il tono è rimasto lo stesso nel corso dei 3 libri, ma ho trovato i precedenti molto più incisivi
Una lettura scorrevole che mi ha tenuto compagnia con qualche spunto di riflessione interessante. L'unico momento in cui ho storto il naso è stata la parentesi sulla chirurgia estetica. Non capisco come mai venga demonizzata, la paragono molto al discorso che sento spesso fare e che viene citato anche nel libro che relaziona il truccarsi con l'essere delle non femministe. -
Appena iniziato ho pensato che un giorno questo libro lo farò leggere alla mia futura figlia se ne avrò una.
Letto tutto d'un fiato, credo grazie anche agli episodi della vita privata della scrittrice in cui mi sono riconosciuta. Lo consiglierei assolutamente perché non cerca di farti accettare per come sei, non cerca di normalizzare qualcosa che non consideri normale, non pretende di risolverti i problemi, ma di certo ti fa sentire parte di quella percentuale di donne nel mondo, perché a ogni pagina pensi: "sì mi é capitato lo stesso!".. e ci ridi sopra.